Frate Ave Maria

Ultima modifica 8 febbraio 2023

Argomenti :
Turismo

I luoghi di Frate Ave Maria 

Itinerario Religioso-Culturale nel borgo di Pogli

“I luoghi di Frate Ave Maria” – Itinerario Religioso-Culturale nel borgo di Pogli : è questo il nome che il Comune di Ortovero ed il Comune di Ponte Nizza hanno voluto dare all’iniziativa, concretizzando una volontà di collaborazione ed interscambio tra le due amministrazioni.
Attraverso la realizzazione dell’itinerario si vuole porre la massima attenzione alla valorizzazione religiosa della grande figura di Frate Ave Maria, vera lampada sul monte, luce e conforto per tante anime, con l’obiettivo di renderla disponibile ad un pubblico sempre più ampio.

Contemporaneamente si vuole dare impulso alla valorizzazione del patrimonio culturale, storico e paesaggistico del borgo di Pogli, patrimonio certamente esistente, e stimolare quella sorta di pellegrinaggio contemporaneo che unisce gli aspetti di tipo religioso a quelli più propriamente culturali e turistici.
L’itinerario nel borgo di Pogli collega i luoghi più significativi per quel che riguarda la vita e la spiritualità del Venerabile; in ogni luogo è presente un cartello informativo suddiviso in 3 parti: una mappa del paese con indicazione delle tappe del percorso, varie informazioni ed immagini specifiche sul luogo, un pensiero tratto dal ricco epistolario di Frate Ave Maria.
Ogni cartello dispone anche di un supporto inclinato sul quale è stata riportata la traduzione in braille del pensiero del Venerabile, a beneficio dei non vedenti.

  1. Itinerario può compiersi tranquillamente a piedi ed idealmente inizia dalla Casa Natale, collocata lungo la via provinciale nei pressi della piazza del borgo, di proprietà della congregazione Don Orione e restaurata nel 1988. Frate Ave Maria a ricordo dei suoi natali ebbe a dire: “Sono un uccellino nato in Val d’Arroscia e dal vento della Divina Provvidenza portato di valle in valle, di monte in monte; … eppure la Valle Arroscia é quella che maggiormente sogno, che più ricordo e a cui più penso.”
  2. A poche decine di metri dalla casa natale si trova l’Oratorio di Sant’Antonio Abate, risalente al XVI secolo, luogo nel quale i confratelli sono soliti riunirsi per pregare, specialmente nella ricorrenza di Sant’Antonio Abate, il giorno del venerdì santo per la Processione della Croce, e la sera dei Santi dove vengono ricordati i Confratelli defunti iscritti alla confraternita a partire dal 1460. Nel 1926, in una lettera al parroco di Pogli, Don Giovanni Favara, Frate Ave Maria scriveva: “Anzitutto sento il bisogno di ringraziarla per la premura che si é presa nel soddisfare il mio desiderio di essere ascritto tra i membri della Confraternita di S. Antonio Abate esistente nella mia parrocchia natia …”
  3. Risalendo la strada provinciale si può deviare per località Marta dove sorge la piccola Cappella dell’Immacolata Concezione, costruita nel XVIII secolo con uno stile tipico del barocco rurale.
    Proprio in questa Cappella nell’agosto del 1954 Frate Ave Maria, insieme ad una moltitudine di parenti ed amici, pregò e ringraziò il Signore per avergli aperto gli occhi con il dono della cecità.
  4. Poco distante, ai margini del bosco, si trova il luogo dove avvenne la disgrazia che rese cieco Frate Ave Maria; nel 2005 in quel luogo è stato eretto un Pilone Commemorativo con un dipinto del Venerabile.Frate Ave Maria volle tornare in quel luogo nel 1954 con l’amico Bartolomeo, il compagno di gioco che inconsapevolmente nel 1912 aveva sparato il colpo di fucile, e davanti ad una schiera commossa di parenti ed amici ringraziò il Signore per quella disgrazia che ormai da tanti anni egli chiamava grazia.
  5. Da località Marta, passando attraverso località Villa, si raggiunge la Chiesa Parrocchiale, antichissima matrice di altre sette parrocchie, intitolata a Santo Stefano; nella Chiesa Parrocchiale Cesare Pisano fu battezzato dal Parroco Don Giovanni Favara e nel luglio del 1909 ricevette la Prima Comunione e la Santa Cresima. 
    Tornando al paese natale, nel 1959, Frate Ave Maria ricordava alla madre: “Ricordatevi, Mamma, che io vengo a Pogli per vedere voi e i nostri cari, sì, ma anche per pregare nella nostra cara Chiesetta … e la Santa Messa potrò sentirla ogni giorno, in quei due o tre giorni che starò con voi?”
  6. L’itinerario termina con la visita al Museo, collocato al piano terra della canonica, a fianco della Chiesa Parrocchiale, e con una sosta presso la Statua bronzea del Venerabile, collocata nel prato antistante la Chiesa Parrocchiale. Il museo documenta, attraverso una serie di pannelli, i momenti più salienti della vita di Frate Ave Maria: la fanciullezza a Pogli, la sua famiglia, l’incontro con Don Orione, il lungo periodo trascorso nell’eremo di Sant’Alberto, il triste momento della sua morte e quello glorioso in cui Giovanni Paolo II dichiara Frate Ave Maria Venerabile. 

Chi era Frate Ave Maria 

Nato il 24 febbraio a Pogli di Ortovero, presso Savona, Cesare Pisano, trascorre pio e spensierato la sua fanciullezza fino a quando, un giorno normale, mentre gioca in paese con alcuni coetanei, per un involontario colpo di fucile ritenuto dai bambini scarico, sparato dall’amico Bartolomeo Vignola, diventa cieco.

Ospitato in un istituto di Don Luigi Orione, assistito e confortato da una suora Missionaria della Carità, dopo aver superato una crisi di fede, sente nascere in sè la vocazione, con una particolare devozione per la Madonna. Nel 1923, entra tra gli Eremiti ciechi della Divina Provvidenza (ramo religioso maschile fondato da Don Orione), e viene destinato all’ Eremo di S.Alberto di Butrio, nell’omonima località, frazione di Ponte Nizza, in provincia di Pavia, dove, rivestito l’abito religioso, prende il nome di Frate Ave Maria. Don Orione, aveva scelto questo nome per Cesare, perchè aveva visto in lui un antico devoto della Madonna, che dopo aver abbandonato la vita mondana, si era ritirato in un eremo per la sola vita contemplativa e, alla sua morte un gliglio candidissimo, che affondava le radici nel suo cuore, era spuntato dal petto, e portava sulla corolla, a caratteri d’oro la scritta Ave Maria. Questo era il segno della sua santità, ottenuta col materno aiuto di Maria. Il segreto della santità di Frate Ave Maria, si capisce in queste parole che pronuncia appena dopo la vestizione religiosa: “Io non ho altro desiderio se non quello di adempiere sempre la santissima volontà di Dio. Questo è il solo desiderio che mi rende felice”.
Nonostante la malattia, il valore spirituale dell’anima trapela dalla sua costante, sorridente e umile bontà. La lunga esperienza meditativa, la saggezza delle sue parole, l’aspetto di chi è rapito da Dio, attirano su di lui la venerazione di tante anime che desiderano incontarlo per edificarsi alla sua conversazione e trarne beneficio, conforto e incitamento al bene. Soleva ripetere: “Io, povero e ignorante peccatore, sono solo capace di pregare e di essere felice. Non ho niente e sono felice, ho solo una cosa: l’amore verso Dio. Io sono capace di due cose soltanto: parlo di Gesù alle anime, o parlo alle anime di Gesù”.
Nel suo 50° anno di cecità disse: “50 anni fa, Tu o Padre per mezzo di un caro amico, mi toglievi la luce terrena per darmi quella celeste”. Numerose persone accorrono all’eremo per essere ascoltati, consigliati e aiutati spiritualmente da Frate Ave Maria che, sempre disponibile accoglie tutti.
All’ inizio del gennaio 1964, viste le precarie condizioni di salute, viene trasportato all’ ospedale di Voghera, dove muore santamente il 21 gennaio, proclamato santo dal popolo, che accorre in massa ai funerali. Le sue spoglie, venerate nell’eremo che lo ha visto diventare santo, sono meta di pellegrinaggio.


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